venerdì 27 novembre 2009

Poesia - Poedalus, Rouen (1891)

Bicicletta, gentil cavallo dalla rapida andatura
dai gentili garretti d'acciaio, dalla fine collatura,
ti amo, o mia bicicletta, che vai come il lampo!
Spesso, stanco del lavoro, ti inforco e fendo l'aria,
e fuggo le case, la città, e i suoi abitanti
ti amo, o bicicletta, alla mia mano così docile
che, senza stancarti, vai sulle più alte vette
e non ti ribelli mai, e non brontoli mai!
Lavoro, preoccupazioni, desideri, quando son su di te dimentico
tutto questo, che l'oblia sia saggezza o sia follia;
le preoccupazioni, e la malinconia che si attacano ai miei passi
quando erro per i campi, non mi perseguitano
quando monto in sella e i suoi pedali il mio piede vola, e, lontano dalla città con i tetti sporchi,
vedo scorrere fiumi e monti,
e bevo l'aria finalmente a pieni polmoni.

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